GUBBIO – Mercoledì sera, presso l’ex refettorio del convento di San Francesco a Gubbio, il Professor Ignazio Marino ha presentato, con un incontro pubblico organizzato dalla Casa della Sinistra Eugubina, il suo libro  “Ignazio Marino: un marziano a Roma“, che ripercorre i ventotto mesi di mandato come Sindaco della Capitale. L’incontro, molto partecipato dalla cittadinanza eugubina, è stato moderato dalla giornalista Giovanna Nigi e dal consigliere comunale Pavilio Lupini, che hanno intervistato l’illustre ospite sviscerando gli aspetti salienti dell’opera.

Il Professor Marino si è detto “felice di essere a Gubbio e grato per l’accoglienza così numerosa“. Riguardo  al motivo per il quale ha deciso di scrivere questo libro egli ha affermato che “sono stato mosso da uno spirito assolutamente positivo, costruttivo e non improntato alla vendetta o rivalsa personale. Ho analizzato le problematiche e le criticità derivanti dall’amministrare una grande città come Roma, ma sempre cercando di vedere una luce in fondo al tunnel“.

Nella prima parte della serata la conversazione è stata guidata dalle domande dei due moderatori presenti, alle quali l’ex Sindaco Marino ha risposto in maniera molto discorsiva e puntuale, al termine si è dato spazio alle domande del pubblico. La discussione si è subito incentrata sulle vicende che hanno portato alla sua destituzione come primo cittadino della capitale.

Avevo un’idea precisa del consociativismo radicato a Romaha esordito Marinoe iniziai a rendermene conto fin dalla campagna elettorale del 2013 al termine della quale venni eletto, e nei primi mesi del mio mandato, quando mi trovai, in un caso, un consiglio di amministrazione cambiato a ridosso delle elezioni dalla giunta uscente (ACEA) e nell’altro l’ostruzionismo dei partiti nel caso della mia volontà di nominare amministratore delegato dell’AMA (azienda che gestisce lo smaltimento dei rifiuti a Roma) un profilo esperto nel settore e non qualcuno appartenente al sistema dei partiti, senza alcuna competenza specifica”.

Anche i rapporti con la stampa e con i media in generale non furono certo idilliaci. “La stampa ha rappresentato – ha precisato Ignazio Marino – un’opposizione importante al nostro progetto di cambiamento. Se devo riconoscermi un errore è stato quello di non aver posto sufficiente attenzione all’aspetto comunicativo dell’azione amministrativa. Questo poiché, non essendo un politico di professione, ma un chirurgo epatico prestato alla politica, ho sempre pensato che fosse meglio occupare il tempo nel lavorare per raggiungere gli obiettivi (tra i quali ricordiamo il taglio di 450 milioni sul bilancio comunale; la chiusura della discarica di Malagrotta e la pedonalizzazione dei Fori Imperiali) che per comunicare i risultati ottenuti“.

Marino quindi afferma con sincerità e serenità che il suo prematuro allontanamento dal Campidoglio è stato deciso “dalla reazione contraria di chi ha osteggiato il cambiamento da me proposto, che consisteva nello scardinare il sistema di privilegi incrostatosi nei decenni nel tessuto politico, economico e sociale della Capitale“. In tutta questa storia, c’è una parte di paese che si è emancipata, secondo Marino; che ha capito come stavano realmente le cose, e nel momento più drammatico della sua esperienza amministrativa, ha deciso di sostenerlo, manifestando in Campidoglio.

Sono grato a chi nell’ottobre del 2015ha sottolineato l’ex sindaco ha riempito piazza del Campidoglio per sostenermi e scongiurare la mia destituzione. C’è stato certo uno smarrimento nei confronti della politica, ma in quei cittadini ho ritrovato anche molta voglia di reagire, di non arrendersi a questo stato di cose”.

Nello specifico di quanto accaduto in quei giorni così convulsi, l’autore del libro ha precisato che “intendevo che le mie dimissioni fossero oggetto di un voto di fiducia o sfiducia in Consiglio comunale. Ciò però non avvenne perché la fiducia o sfiducia deve essere motivata individualmente. Così nessun partito ha ritenuto opportuno fare questo passaggio istituzionale“.

L’ultimo pensiero il Professor Marino lo rivolge alla sua idea di sinistra, prendendo spunto da una domanda rivoltagli dall’ex Sindaco di Gubbio Orfeo Goracci: “C’è la necessità – ha affermato Marino – che le forze ambientaliste e progressiste di sinistra si riuniscano per ridare slancio al Paese“.