Diario di scuola – seconda lezione – 2 marzo 2017

Siamo alla seconda lezione, argomenti: Comune e Municipio

Consiglio comunale – organo primo – ogni decisione , delibera, passa per la sua approvazione
Giunta – in rapporto al numero abitanti Roma può avere 12 assessorati diversi
Sindaco

Non leggo neanche gli appunti. Solo alcune riflessioni.
Non entro nel dettaglio ma concludo semplicemente così :

Dopo l’entusiasmo della lezione 1, mi sono cadute tutte le false certezze di cui ero posseduta.

Il sindaco nomina ed illustra il suo piano per la città ai diversi assessori.
Essi sono nominati, di prassi, secondo indicazione di partito o movimento, distribuendo le nomine tra correnti dello stesso.
Se il sindaco non ha l’intelligenza di dotarsi di un capo di gabinetto, di un capo segreteria, di un capo ragioneria, di un dirigente capo con “le palle quadrate“, è finito prima ancora di cominciare.
“Palle quadrate” sta a significare attento conoscitore della macchina amministrativa.

I diversi assessori non sono per niente obbligatoriamente tecnici esperti o almeno gente indicata dal partito con competenza nell’area del proprio interesse di pertinenza.

Le eventuali proposte, che l’assessore vorrebbe porre in essere sulla città , passano attraverso il vaglio ed il voto dell’aula.
Se la maggioranza è bulgara, la delibera passa e viene attuata.
La prassi vuole che, comunque , prima del passaggio in aula, ogni assessore la illustri alla sua maggioranza politica ed agli esponenti della minoranza.
Il consenso è terreno da percorrere in via preferenziale, per una modifica nella città .

Abbiamo visto opposizioni unite anche alla propria maggioranza per ostacolare l’indirizzo di una delibera in precedenza non correttamente “concordata”.

Conclusioni :
Chi viene direttamente eletto ad occupare una sedia in consiglio comunale dai cittadini, per il bene della città, quindi un incarico di fiducia, quindi un patto non dichiarato ma esistente, nei fatti non c’è .
Si muovono solo le correnti politiche interne ai partiti nella designazione delle persone nei diversi posti e nell’azione dell’assemblea.
Ciò determina una visione della politica malata alla base, alla sua stessa essenza, al rispetto dei cittadini votanti, al l’etica calpestata che un politico deve avere:
il bene comune,
il rispetto del bene comune, il proprio lavoro al servizio del bene comune.
E non alle logiche interne di un partito, Qualunque esso sia! Non esistono nei fatti distinzioni.

 

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Una orribile realtà.
La consapevolezza amara che Roma è, si, una città capitale, ma è la città specchio dell’Italia .

Sono affranta.
Abbiamo visto come possano essere sovvertire le regole base della vita democratica di un paese, a favore della partitocrazia o movimentocrazia.

E poi, in questa seconda lezione, vengo a scoprire che la parte più interessante del lavoro di un comune o municipio sono le commissioni :
12 al comune
6 al municipio
Solo lì noi possiamo seguire ed intervenire sui problemi reali a mezzo richiesta di audizione.
Se essa viene accolta.

Siamo entrati nel magico mondo dell’essenza della politica.
Io mi chiedo come siamo arrivati a questo punto qui.

Ogni rapporto, ogni equilibrio in essere è totalmente ribaltato, dove un sindaco è solo un coordinatore, vigile, ma coordinatore d indirizzo e nient’altro .
L’aula ha il vero potere in mano.

Detta così potrebbe essere l’essenza della democrazia.

Nella realtà è solo incubatrice della essenza del partito di maggioranza che ha vinto quella volta le elezioni! Le sue correnti!

… To be continued…

m.d.

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