in Italia la scienza non è Donna!

Diseguaglianze di genere nei livelli di istruzione degli studenti italiani: l’importanza di intervenire in età scolastica per garantire reali  pari opportunità  in età adulta.

Un contributo al dibattito programmatico.

 

Ma la scienza è una materia per ragazze? Se guardassimo solo la situazione Italiana probabilmente dovremmo concludere che non lo è. Dai dati dell’indagini che rilevano il grado di apprendimento degli studenti, come OCSE-Pisa e Invalsi,  emergono infatti forti disparità di genere nei risultati nei livelli di istruzione. Nelle materie scientifiche, ed in particolare in matematica, le performance dei ragazzi italiani sono nettamente superiori.  Non solo in tutte le regioni italiane  i ragazzi vanno meglio delle ragazze in matematica, ma sui livelli  dell’eccellenza le percentuali maschili addirittura doppiano quelle femminili.  Questa differenza di genere si allarga parallelamente al crescere dell’età: è molto contenuta prima dei 12 anni, mentre successivamente la forbice si allarga fino a raggiungere la punta massima tra le eccellenze nelle classi II di scuola secondaria di II grado ovvero intorno ai quindici anni.

 

E’ cruciale notare che i dati OCSE confermano come  la differenza di genere nelle performance degli studenti  non sia universale, ma varia molto in base all’età degli studenti, alla nazione studiata ed addirittura alla regione. Ad esempio in paesi dove l’emancipazione femminile è più avanzata, come Svezia, Finlandia, Islanda,  queste differenze non sono significative.

Appare quindi chiaro che i divari di genere nei risultati accademici non sono determinati da differenze congenite nelle capacità individuali ma da fattori sociali e  culturali, che alcuni identificano ad esempio nel tipo di aspettative o nelle responsabilizzazione diversa che si ha in famiglia e a scuola tra bambine e bambini.  

Questa differenza in età scolastica si riflette inevitabilmente in seguito sulle relazioni sociali, sul tipo di impegni lavorativi e sulla tipologia dei ruoli occupati da adulti e contribuisce a aumentare il divario di genere presente nel nostro Paese. Riuscire a garantire che le ragazze e i ragazzi in età scolastica abbiano  la stessa possibilità di sviluppare il ragionamento tipico dei processi logico-scientifici ed incoraggiare inoltre gli slanci creativi necessari per il raggiungimento dell’eccellenze e spesso bloccati nelle bambine da meccanismi sociali inibitori è fondamentale per combattere la segregazione attuale delle donne adulte in ruoli culturalmente predeterminati. Per questo, una forza politica moderna che voglia dare un contributo reale al raggiungimento  della parità di genere con azioni strutturali e non solo di facciata deve intervenire anche sulla scuola italiana, sostenendo  l’introduzione di iniziative  di formazione  e sensibilizzazione mirate  per gli insegnanti e  programmi e strategie scolastiche  finalizzate a ridurre le diseguaglianze di genere nei livelli di istruzione dei nostri studenti.

 

Emilia La Nave

Presidente Associazione ParteCivile

ricercatrice Istituto Sistemi Complessi -CNR

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