Essere realisti, volere l’impossibile, è come volare

C.D. 3 gennaio 2016

L’intero progresso umano si deve a uomini e donne che hanno sfidato ciò che nel loro momento storico era considerato impossibile. Sono riusciti a portare a termine i loro temerari progetti perchè avevavo preparato la loro mente ad elevarsi verso mete che per altri erano inimmaginabili. Il volo mentale, come quello che tra poco dovranno realizzare i ” Marziani ” è la premessa necessaria per il raggiungimento del traguardo. Tra coloro che nel passato hanno costituito un esempio di ciò, troviamo Lindbergh.
Quando Charles Lindbergh, tra il 20 e il 21maggio 1927, in solitaria

e senza scalo dell’Oceano Atlantico, fece il suo grande volo tra Boston e Parigi, rischiava la vita: nessuno aveva mai tentato un’impresa del genere. Attraversare da solo l’Oceano Atlantico in quell’epoca significava coesistere in ogni istante con la possibilità della morte, ed entrare in un mondo dove non valevano le regole e l’esperienza del mondo. Da realista, volendo l’impossibile, Lindbergh, guidato dalla consapevolezza di svolgere un compito straordinario, si addentrò in un mondo che gli avrebbero fatto vivere sentimenti ed emozioni uniche, che poi avrebbe raccontato nel suo diario. Inserisco solo un brevissimo pezzo: ” La consapevolezza diventa indipendente dai sensi ordinari. Si vede senza l’ausilio degli occhi, a distanze ben al di là dell’orizzonte. Ci sono momenti in cui l’esistenza appare indipendente perfino dalla mente stessa. L’importanza del desiderio fisico e dell’ambiente immediatamente circostante è sommerso dalla percezione di valori universali.

 

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