Giovanna Vitale … o dell’obbiettività

P.P. 1 gennaio 2016

Ho ritrovato l’articolo che la tristemente famosa Giovanna Vitale scrisse il 27 giugno 2015 dopo la prima manifestazione in sostegno di Marino. La intrepida scrittrice, dopo aver ironizzato sul fatto che al sindaco ciclista era stato tolto il velocipede perché gli era stata imposta la scorta, sorvolando sulla evidenza che se gli era stata concessa la scorta era proprio perché una netta discontinuità rispetto alla precedente amministrazione nei confronti di mafia capitale era stata attuata così scrive della manifestazione:” …….Roma ha deciso di andare avanti e lo faremo insieme fino al 2023», 

ha ribadito di nuovo nel pomeriggio, fendendo la piccola folla di sostenitori che grazie a un tam-tam su Facebook si era radunata sotto palazzo Senatorio al grido di “Io sto con Marino”.
Cinque-seicento persone, la metà dei quali addetti ai lavori, impiegati in Comune o nei municipi, consiglieri, assessori e mini-sindaci, arruolati con un giro di telefonate mattutino dallo staff del Campidoglio. Segno che la città, in preda al caos per lo sciopero dei trasporti, è rimasta sostanzialmente indifferente all’appello…..”
E’ evidente che la suddetta intrepida scrittrice conosce tutti i consiglieri di ogni municipio, ha dato per scontato che tutti i consiglieri del comune della maggioranza, gli stessi che appena 4 mesi più tardi si sarebbero dimessi facendo cadere la giunta, erano presenti quel giorno in piazza del Campidoglio e che gli addetti ai lavori, ossia i dipendenti del comune e dei municipi che appena pochi giorni prima avevano manifestato contro Marino per il salario accessorio, avevano fatto dietro front e si erano lasciati assoldare dal formidabile staff del campidoglio notoriamente incapace su tutto per l’intrepida scrittrice ma efficientissimo nell’arruolare gli addetti ai lavori. Quindi non eravamo noi a manifestare ma almeno metà erano addetti ai lavori. Forse se avesse avuto meno acredine e preconcetti nei confronti di Marino e avesse chiesto, senza la spocchia che contraddistingue spesso i giornalisti di quel giornale, ai manifestanti chi erano si sarebbe resa conto che quelli che erano lì volevano spontaneamente esprimere la loro solidarietà al Sindaco che avevano democraticamente eletto e volevano protestare contro l’assedio quotidiano che i media, con Repubblica in testa, stavano esercitando sul Sindaco. Ma forse all’intrepida della verità non importava alcunché.

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Un pensiero riguardo “Giovanna Vitale … o dell’obbiettività

  • gennaio 10, 2016 in 6:51 pm
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    Trovo più interessante quello che scrive il fondatore: “Marino sembrava persona onesta, capace, volitiva. Dopo poco tuttavia ci si accorse che c’era un aspetto del suo carattere alquanto strano: il suo ego era soverchiante su ogni altro requisito caratteriale. Voleva emergere, voleva distinguersi, voleva comandare, voleva stupire. Tutto il resto non contava niente. Di positivo fece solo la chiusura della discarica di immondizie di Roma. Era qualcosa, ma non fece nient’altro. Non si accorse neppure che nell’amministrazione della città si era infiltrata un’organizzazione criminale. Non se ne accorse anche perché gliene importava assai poco.

    Mafia Capitale da un lato e il sindaco dall’altro procedevano su strade parallele che non si incontrarono mai con la conseguenza che il Comune di Roma divenne il più inquinato di Italia, allo stesso livello di quello di Napoli e di Reggio Calabria, superiore perfino a Palermo e a Catania.

    Questo è stato Marino.” (secondo Scalfari)
    Mi auguro che la nuova direzione di Calabresi cambi un po’ le cose, ma finora chi legge “Repubblica” se lo merita.

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