La damnatio della damnatio memoriae

P.S.B.  27 luglio 2016

200px-Detal_kolumna_Marka_AureliuszaFateci caso: la damnatio memoriae alla quale PD, M5S, giornali e tv avevano tentato di condannare Ignazio Marino si sta sgretolando giorno dopo giorno. Sicuramente merito, in primo luogo, di Ignazio Marino stesso e del suo libro, che alla faccia dei soliti profeti (interessati, interessatissimi ma altrettanto scornati) di sciagure altrui è sempre più diffuso e richiesto per presentazioni e dibattiti in tutta Italia. Un pochino è probabilmente merito nostro, di ParteCivile e dei tanti marziani che continuano a essere più che mai in movimento Ma è anche merito di quella cosa, oggi poco nota e ancor meno apprezzata – anzi, apertamente disprezzata dai fabbricatori di consenso un tanto al chilo – che si chiama verità dei fatti.
Una quota di merito – va detto per correttezza – va anche all’infimo livello professionale, culturale e politico dei propagandisti del PD e dei 5s, che a forza di spararle sempre più grosse stanno finalmente cominciando a perdere credibilità anche presso i più creduloni. Bastano, in questo senso, gli esempi delle ridicole appropriazioni di meriti altrui o le grottesche vanterie per essere finalmente riusciti ad abolire dei privilegi mai esistiti.
Il risultato è che ormai ogni giorno, su quotidiani e periodici (ultimo in ordine di tempo un buon pezzo di Luca Sappino sull’Espresso), si leggono frasi del tipo: “ma questo, in realtà era stato già fatto dalla giunta Marino”. Che ora si comincia finalmente a riconoscere che di cose positive ne ha fatte, e non poche, negli appena 28 mesi che il convergente banditismo politico di PD e 5s le ha consentito di vivere, costretta com’è stata a consumare enormi energie nella continua, furiosa tempesta di menzogne che non ha cessato nemmeno per un istante di tentare di travolgerla.
Ora perfino Sergio Rizzo (Corriere della sera di oggi (27 luglio n.d.r) ), uno che – anche se non in modo becero e sbracato come altri colleghi – nei mesi scorsi ha spalato la sua quota di fango su Ignazio Marino, comincia timidamente a riconoscerne alcuni meriti. Perfino Giovanna Vitale (sì, proprio lei, una dei colleghi che con i suoi velenosi pezzi mi ha fatto vergognare di far parte della medesima categoria), sia pure a denti stretti ha dovuto cominciare a riconoscere qualcosa. Manca solo Ernesto Menicucci (quello al quale, dicono i bene informati, si allungavano i canini al solo sentir nominare Marino) e poi il muro della damnatio memoriae sarà completamente abbattuto.
“Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente”, diceva qualche decennio fa in Cina il presidente Mao. Non avrebbe avuto torto nemmeno a dirlo oggi qui a Roma

1
0

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: