La teoria del capro espiatorio

L.D. 21 dicembre 2015

Rivedendo interviste, interventi e comunicati, si è fatta forte questa idea riguardo alla vicenda da noi vissuta e patita da Ignazio Marino.
Non ricordo se qualcuno già aveva offerto una riflessione da questo punto di vista, tuttavia come si dice….un punto di vista è sempre solo la vista di un punto ed è nel noi che si vede il tutto. Per questo motivo mi sembra possibile e fruttuoso condividere un’impressione.

PERCHÉ?

È questa la domanda che rimane sospesa sulla vicenda. Perché sfiduciare il sindaco eletto e voluto, il sindaco Ignazio Marino, con l’atto ignobile che conosciamo? Senza la capacità di una democratica

discussione di confronto, senza reciproca contestazione di argomenti, umiliante trattamento riservato a chi non si ritiene degno, a chi non si considera, oppure chi si teme e di cui ci si vuole liberare.
Diviene così deciso un capro espiatorio, qualcuno indicato a pagare per tutti, capace di concentrare la colpa in toto su di sé.

Vedendo la definizione che l’enciclopedia fornisce del concetto, si riconosce una finalità sociale a tale realtà, a mio avviso che ben si adatta alla figura di Ignazio Marino.

CAPRO ESPIATORIO. – L’espressione trae origine dalla traduzione (caper emissarius) che S. Gerolamo fece del vocabolo ebraico ‘Azā’zel nel passo del Levitico (XVI, 8-10 e 26) relativo al “giorno dell’espiazione” (o del kippur), ma viene estesa a qualunque essere animato (o anche oggetto inanimato) reputato capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale, per questo processo di trasferimento, ne rimane liberata.

Maggiormente significativo, mi pare poter indicare, l’elemento singolo chiamato o obbligato, a farsi carico delle colpe della comunità, colpe da lui non commesse, le quali per una proprietà transitiva non ben specificata, vanno a risolversi, sono a lui tutte condotte.

Nell’ascoltare le interviste delle più diverse, i servizi più disparati, si vede nel sindaco Marino la causa di tutti mali della nostra città, della nostra Roma da anni allo sbando. La campagna mediatica distruttiva contro di lui mossa, ha fatto nascere e consolidare l’idea che nella sua persona si concentrasse tutti il male accumulato nel tempo di anarchia, parentopoli, consociativismo…in poche parole, in quel male nel tempo divenuto criminalità organizzata, divenuto MAFIA CAPITALE.

Marino fa paura perché ciò che porta in sé è una rivoluzione di coscienza sociale. È un progetto sull’esempio per una città non migliore, bensì civile.
Non possiamo negare egli abbia pagato molto, non solo in un giorno, ma in ogni singolo atto del suo mandato che vogliamo rinnovare democraticamente per vederlo continuare in una lotta che è di tutti, non è dei singoli, come non è solamente di Roma.

Non vogliamo un capro espiatorio, vogliamo imparare a vivere in una città più civile, mettendoci al servizio di questa e non cercando solo servizi, non aspettando semplicemente i risultati, ma capire come ad essi si giunge e camminare assieme al nostro primo cittadino.

Non vogliamo un capro espiatorio per continuare a occhi chiusi, ma abbiamo trovato un capitano che ci ha dato una rotta, che vorremmo continuare con lui, che chiamiamo a gran voce, ma che sappiamo attendere a braccia aperte con lo sguardo rivolto al futuro. Perché noi vogliamo l’impossibile e sappiamo con la certezza del cuore che è certo raggiungerlo rimanendo uniti e camminando tenendoci per mano, sapendo che la colpa è di tutti e non di un unico.

 

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