Rosa Maria Dell’Aria: insegnante, educatrice…

La vicenda della docente sospesa a Palermo, raccontata da lei stessa (vedi il video sotto) con la pacatezza di una persona che ha dedicato tutta la sua vita all’istruzione dei suoi studenti, ha degli aspetti molto preoccupanti.

Come succede sempre più spesso, tutto inizia sui social, dopo che un attivista di destra lancia un tweet indirizzato al ministro: «Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della Memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al MIUR hanno qualcosa da dire?».

Il giorno dopo la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni scrive su Facebook: «Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere». «
Scatta un’ispezione della Digos nella scuola e poi la sospensione punitiva dell’insegnante per 15 giorni, con lo stipendio dimezzato.

La sua colpa? Aver fatto quello che dovrebbe fare un insegnante, ovvero stimolare lo sviluppo del pensiero critico dei suoi ragazzi. Ma quello che prima era normale ora non lo è più. In questa nuova epoca #gialloverde spingere i ragazzi a riflettere, a documentarsi, e a elaborare le proprie opinioni non è più considerata la finalità dell’insegnamento, ma una pericolosa minaccia da censurare. Così accade che un lavoro di alunni quattordicenni che nella Giornata della memoria presentano una proiezione (vedi il video sotto) contenente due immagini che accostano la le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del Ministro Salvini scateni l’azione censoria del ministero: l’intervento della Digos in una scuola pubblica, la punizione per l’insegnante che non ha vigilato sul loro elaborato e l’umiliazione di un intero sistema scolastico.

I pericolosi ingredienti di questa storia? Tweet, Facebook e repressione. Un altro passo verso il limite è compiuto. Quanto ancora dobbiamo vedere prima di aprire gli occhi?

Ma per fortuna esiste ancora un Italia che resiste, e alla prof.ssa Dell’Aria diciamo che non è sola ma che ha la solidarietà di tutti noi. La punizione inflitta a lei è una condanna a tutto il nostro sistema scolastico, nel suo ruolo di istruire ed educare i giovani ad osservare la realtà che li circonda con spirito libero. Quando è la Digos a decidere cosa e come si possa e debba insegnare agli studenti vuol dire che l’esercizio del controllo è divenuto repressione.
Noi, insieme a tanti cittadini, non lasceremo che ciò accada.

Emilia La Nave

l’intervista alla prof.ssa Dell’Aria

 

il video realizzato dagli studenti

1
0

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: