Sotto il titolo, meno di niente
P.S.B. 24 febbraio 2016
Da ieri sera i telegiornali – a reti sostanzialmente unificate – e, da questa mattina, i quotidiani nazionali e locali battono la grancassa annunciando con per nulla celata soddisfazione e tutti con parole pressoché identiche, che “Ignazio Marino rischia il processo”. Anzi, che ne rischia due. Insomma, che l’ultimo sindaco legittimo di Roma è lì lì per essere condannato all’ergastolo o poco meno. Peccato che la presunta “notizia” sia in realtà una non-notizia. Il nulla. Meno del nulla: l’annuncio – che di solito nelle redazioni non viene ritenuto, e a ragione, degno nemmeno di una menzione nell’ultima riga di un articolo – che la procura ha compiuto un atto dovuto che, in sé, non prelude a niente. Non certo a una condanna ma nemmeno a un più modesto rinvio a giudizio.
Insomma, ieri sul piano giudiziario non è successo nulla di nuovo. Nulla che non fosse automatica conseguenza di un esposto presentato a ottobre dai soliti grilloidi, quelli che vedono lo scontrino nella tasca di uno ma non si accorgono d’intere casseforti nelle tasche di altri, quelli che hanno retto il gioco sporco del PD nell’assalto al Campidoglio esattamente come glielo stanno reggendo ora nella negazione dei diritti civili in Senato.
Sfruttando la scarsa dimestichezza del pubblico con il gergo giuridico, Tempo e Messaggero, Repubblica e Corriere, Rai e La7 sono entrati con la delicatezza di un rinoceronte (e l’intelligenza di un paracarro) in una campagna elettorale che, ufficialmente, non è ancora nemmeno cominciata. Schierando l’artiglieria pesante contro chi, pur non essendo (ancora) candidato, fa evidentemente una gran paura ai grandi strateghi politici e ai loro compari, famigli e clientes. Cari strateghi, la paura è una pessima consigliera, e si vede. A differenza vostra, noi, i marziani che pubblicamente dileggiate e privatamente temete, siamo qui. Sereni. Determinati. Sicuri delle ragioni nostre e del nostro sindaco. #iostoconmarino oggi più che mai.
