“Conversazioni su Roma” – Incontro con il Prof. Giovanni Caudo

L.D. 8 settembre 2016

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l’ex assessore alla Trasformazione urbana delle giunta Marino prof. Giovanni Caudo

La decisione di organizzare un incontro è stata presa a seguito delle molte domande giunte attraverso i social, dopo il post relativo al blocco del progetto di rigenerazione e riqualificazione delle famose “torri dell’Eur”.
Parla con passione il professor Caudo, parla di un progetto importante e simbolico della situazione in cui versa la città, parla di un futuro possibile e non di se stesso, non del suo lavoro e della sua fatica, ma sempre al plurale e indicando la grande possibilità in termini di modalità di relazioni e qualità di realizzazione di cui il progetto, ad oggi bloccato, è simbolo.
Sorpreso dalla folta partecipazione, il prof. Caudo, introduce l’incontro, da lui pensato come una sorta di lavoro di gruppo fra 20-30 persone. L’aula gremita non permetterà questo, tuttavia è segno del desiderio e del bisogno di capire, confrontandosi, entrando nel merito delle questioni con competenza e libertà. Proprio da questo segnale il prof. Caudo esprime la sua volontà e disponibilità ad incontri a cadenza regolare, al fine di non perdere questa possibilità di luogo reale di dibattito pubblico.
Necessario “riprendere la parola e il tempo”, la stampa ormai non informa, non racconta le cose come sono, bensì solo come conviene all’uno o all’altro. Emblematica una frase che rispecchia la realtà della nostra città: “nulla a Roma è come appare e quello che appare è nulla”, una condizione che non possiamo più accettare, ma dobbiamo contrastare cercando vie di “fuga” in cui poter trovare luoghi di informazione

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incontro pubblico con Giovanni Caudo

e formazione.
L’incontro si concentra sul progetto delle Torri dell’Eur, di cui il professore subito precisa: “Racconterò ciò che so, senza dietrologie, supposizioni, solo ciò che il mio lavoro mi ha permesso di conoscere”.
Il racconto parte da lontano. Lo stesso ex assessore afferma di aver saputo della vicenda nel 2006, da un articolo di Renato Nicolini sull’Unità, in cui si
poteva leggere come la demolizione delle Torri fosse espressione non di una modernizzazione della città, bensì la cancellazione di un simbolo dell’industrializzazione e modernizzazione degli anni ’60, di cui le Torri sono frutto. Nacque un dibattito sull’Unità, Nicolini scrisse pure un appello al sindaco per evitare la demolizione delle Torri, ” in esse non si riconosce un semplice edificio, bensì un modo di progettare“.
All’università “La Sapienza” nasce nel 2012 l’Osservatorio sul Moderno  diretto da Gaia Remiddi, istituto la cui posizione fu contraria alla demolizione, concetto estraneo alla modernizzazione e riqualificazione.
Nel 2013, a novembre, il primo evento pubblico nel cantiere della “Nuvola”, voluto come segno di un progetto di sviluppo urbanistico dell’Eur, come quartiere ma non solo, di tutta la città come visione di recupero e riqualificazione urbana da estendersi come senso degli interventi nelle diverse aree delle città. Le Torri non dovevano essere abbattute, era possibile e doveroso renderle luogo di vita della città, secondo il senso originario del progetto di Cesare Ligini.

Dobbiamo capire una cosa fondamentale, non è vero che la città non ha risorse, le risorse ci sono, il problema è come vengono investite, possono essere investite bene e portare beneficio alla collettività, oppure male per l’interesse di pochi.

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Le torri dell’EUR dette Beirut, prima dell’avvio del progetto di riqualificazione

Uno dei problemi della città è la dispersione della vita amministrativa e rinunciare all’Eur come cuore pulsante dell’attività economica sarebbe stato un errore.
Ma vi è difficoltà a trovare un investitore privato e l’incontro con Enel non si conclude con un accordo così il progetto fallisce e gli immobili vengono acquisiti dalla cassa depositi e prestiti. Il progetto di Renzo Piano avrebbe voluto portare le Torri da centro amministrativo a complesso di alloggi.
A seguito di ulteriori contatti è Telecom che assume il 50% della quota dando inizio ad un dialogo per un protocollo d’intesa che permetterà di avviare il recupero e restauro degli immobili con linee guida stabilite in modo congiunto fra i proprietari ed esperti tecnici. Il dialogo fu positivo, la conoscenza fu appoggiata, si può iniziare il progetto riprendendo l’originario di Cesare Ligini in cui pieno e vuoto sono una tensione propria dell’inizio della città moderna, un’eredità culturale in grado di risanare un quartiere s
enza ferirlo.
In questo protocollo Telecom è protagonista in un lavoro di progetto congiunto con gli studiosi dell’università.
A luglio 2015 viene chiuso il documento e inizia il lavoro di selezione dei progettisti. Ne saranno selezionati 6 a fine settembre per un progetto impegnato nel seguire le linee guida date dal protocollo iniziale. La conoscenza dell’opera è fondamentale, il lavoro finale deve rispettare i criteri che furono dell’opera originaria esprimendoli attraverso l’innovazione ad oggi possibile.

Tre parole chiare: riuso,conservazione e innovazione.

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per tutto il periodo di cantiere, gli edifici sono rivestiti con un’installazione artistica firmata da Matteo Cibic,

Una rilettura in chiave contemporanea capace di essere stimolo a fare meglio di ciò che si è già fatto senza annullarlo. In questo Roma può essere luogo di sperimentazione senza eguali al mondo, in cui l’equilibrio innovativo nella sua complessità richiama la dinamicità dei migliori tecnici di tutto il mondo.
Gli edifici dell’Eur vengono conservati nel loro aspetto stereometrico. Si interviene sulla facciata “di vetro”, per la quale l’effetto serra viene evitato attraverso costoni verticali la cui ombra si proietta sulle vetrate, permettendo comunque la luminosità e al contempo la temperatura interna non elevata.

Tutto ciò è stato fatto da Telecom, l’amministrazione pubblica ha solo concordato le linee guida.
Il 15 ottobre 2015 viene terminato e consegnato il progetto al sindaco Marino, approvato il 22 dicembre dal prefetto Tronca. Calcolo di oneri su restauro e risanamento è di 0 euro, in quanto opere sulle quali non si devono pagare oneri. A carico dell’amministrazione pubblica viene calcolata una spesa di 24.944,95 euro per la differenza di SUL (superficie utile lorda) relativa ad un aumento di 2 metri quadrati; 1.000.000 di euro di spese relative alla riqualificazione dell’area esterna circostante sarebbero state assolte da Telecom.
Ad aprile 2016 inizia una verifica interna, da cui scaturisce una determina il 29 luglio 2016, ormai con la sindaca Raggi, in cui si dichiara di annullare l’approvazione al progetto precedentemente dato.
Ciò che deve colpire è il fatto che la motivazione è un reclamo sull’onere.

Non vi è un reclamo tecnico, una mancanza progettuale riscontrata, per cui diviene naturale chiedersi a chi giova questo annullamento? Perché non si spiegano gli interessi in ballo? Perché non si riesce a dare una motivazione politica? Si parla di violazione di legge, ma tale violazione non esiste: quale interesse pubblico di sta tutelando? Dov’è la politica alla quale spetta il compito di proteggere gli interessi pubblici? Sembra riduttivo, tuttavia è necessario avere il coraggio di riconoscere in questo snodo il vulnus in cui trovano radice tutti i problemi di questa città.

Il prof. Caudo ha spiegato con linearità l’incoerenza della richiesta dell’amministrazione. È emersa la richiesta di un onere di 24 milioni di euro per la demolizione, anche se la demolizione non c’è. Per annullare un permesso dato nel luglio 2016 su un progetto di recupero e rigenerazione, si riprende un’azione del 2009 fatta su un progetto di demolizione che trova ragione in un protocollo del 2001 Tremonti-Veltroni rigua2010-11-15-rep-roma-comit-bbcc-su-torrirdante la legge sulla cartolarizzazione, dimenticando che in essa non è compreso il restauro, quindi la demolizione del precedente progetto non approvato di Renzo Piano, durante la legislatura Alemanno, a chi fa incassare questi 24 milioni? Questa è una questione che riguarda solo la politica e non la tecnica. Possiamo dire che la conclusione della problematica è il maldestro tentativo di ripiegare su espedienti tecnici per opportunità o convenienze politiche. Questo poi amplificato dalla stampa che travisa la realtà, non raccontata nella sua verità.
Dopo questa presentazione, in alcuni tratti molto tecnica ma sempre interessante, alcuni interventi dei presenti hanno sottolineato la necessità di luoghi di incontro per informazione e discussione; differenti realtà della città di Roma accostabili all’abbandono in cui rimangono le Torri dell’Eur; come le diverse impressioni riguardo alla situazione futura in vista delle possibilità che si prospettano come la costruzione del nuovo stadio e della candidatura alle olimpiadi.
Il prof. Caudo ha concluso ribadendo il senso primo dell’incontro. Un incontro che possa informare in modo corretto perché questa operazione emblematica non passi come operazione edilizia, bensì sia riconosciuta come operazione politica.

La politica guida la tecnica nella visione di una città, visione obbligatoriamente a lungo termine. Roma merita di pensare al 2030, anche al 2050, con opere che riqualifichino il suo essere città e non semplice assemblaggio di quartieri, stratificazioni di epoche. L’urbanistica deve pensare allo sviluppo della città, per questo la visione politica è fondamentale.

Da qui la risposta riguardo la candidatura alle olimpiadi emerge da sola, è opportuna in relazione ai criteri con i quali si decide e progetta. Essa può essere una grande opportunità per tutti come un disastro volto all’arricchimento di pochi, ma se vogliamo veramente crescere è l’idea di sviluppo da ricomprendere.
Per fare ciò il mondo scientifico, intellettuale, la società civica nel suoi ambiti deve essere interlocutore diretto e schietto, per far valere i diritti di tutti, fa vivere Roma a cui tutto il mondo guarda.
Ci siamo lasciati con l’auspicio di ripetere incontri come questo, la speranza di tutti è poter continuare un cammino mosso da passione e competenza, per essere una presenza in questa città non passiva, né in balia della disinformazione. Prendiamoci il tempo, ha consigliato il professore, e questo speriamo di poter continuare a fare dopo un primo entusiasmante incontro.

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2 pensieri riguardo ““Conversazioni su Roma” – Incontro con il Prof. Giovanni Caudo

  • settembre 10, 2016 in 3:05 pm
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    Mi aspetto che la nuova Giunta riveda la sua posizione negativa che se confermata e leggendo questo articolo (su cui tra l’altro dovrebbero confrontarsi ) sancirebbe senza se e senza ma la loro pochezza politica. Senza coraggio e rivendicando la tutela degli interessi di Roma e dei suoi cittadini … non si va da nessuna parte, si rischia invece un lungo periodo oscurantista !!

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  • settembre 23, 2016 in 2:32 pm
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    credo sia interessante continuare ad organizzare questo tipo di incontri che servono ad informare ed analizzare. mi aspetto anche che si possano organizzarne alcuni in cui siano presenti le realtà contrapposte proprio perchè si evidenzino le contraddizioni che, altrimenti, sembrerebbero inesistenti. certamente un amministratore 5stelle ha difficoltà a confrontarsi e a dare risposte, come abbiamo visto ampiamente in questi giorni, ma l’invito andrebbe fatto e si dovrebbe avere l’obbligo di una risposta.

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