Disabilità, vita autonoma e Vita Indipendente.

Disabilità, vita autonoma e Vita Indipendente

Troppo spesso quando si affronta il tema della disabilità si fa molta confusione tra il concetto di vita autonoma e quello di Vita Indipendente. Dire che una persona con disabilità vive autonomamente purtroppo non sempre significa che fa anche una Vita Indipendente, e viceversa, si può fare una Vita Indipendente anche essendo poco o per nulla autonomi. Ma proviamo ad analizzare i concetti di autonomia e di indipendenza separatamente, per scorgerne la loro sostanziale differenza, ed eventualmente evidenziare anche i loro punti di convergenza.

L’autonomia è, per una persona con disabilità, la possibilità di compiere atti senza l’aiuto di altre persone. Ad esempio, il potersi prendere un bicchiere d’acqua, andare a fare la spesa o scrivere un articolo da soli e senza alcun bisogno d’aiuto, significa agire in autonomia. Ma questa autonomia non implica affatto anche un agire indipendente, perché se questa persona, quel bicchiere d’acqua che prende da sola, non decide lei stessa se berlo o no e/o con quale bicchiere bere e/o quale acqua bere, oppure se essa non decide né cosa inserire in quella lista della spesa che va a fare autonomamente, né il contento e la forma dell’articolo che essa stessa scrive materialmente senza essere aiutata, queste azioni hanno tutto il diritto di essere definite autonome perché compiute realmente in autonomia, ma non sono affatto indipendenti perché non sono decise dalla stessa persona che le compie.

L’indipendenza invece implica l’autodeterminazione. Per ciò, la persona con disabilità per vivere una Vita Indipendente deve essere intellettualmente in grado di saper prendere decisioni su di sé senza che altri decidano per lei, ed essere messa materialmente in condizione di autodeterminarsi e scegliere il destino della propria vita, indipendentemente dalla sua disabilità. Certamente una maggiore autonomia può aiutare a raggiungere un certo livello di indipendenza, ma ciò non sempre può accadere. Quindi l’autonomia non solo non si identifica con l’indipendenza ma non è neanche indispensabile alla realizzazione di quest’ultima.

Proprio per questo motivo, vivere indipendentemente dalla propria disabilità non significa vivere isolati, non significa non avere bisogno di nessuno, ma significa avere lo stesso diritto come gli altri cittadini senza disabilità di essere padroni delle proprie scelte senza essere costretti a subire decisioni di altri.

Le barriere architettoniche sono sicuramente uno dei più grossi ostacoli alla vita autonoma di molte persone con disabilità, ma potrebbero esserlo un po’ meno se viste in un ottica di Vita Indipendente. Ad esempio, se una persona con disabilità, dopo aver deciso di arrivare in un luogo, trova dei gradini che non può superare autonomamente con la sua carrozzina, ma riesce ad escogitare un modo per farsi aiutare da altre persone per superarli senza rischiare di nuocere la salute di chi la aiuta, questo atto certamente non può essere considerato tra quelli che rientrano nel concetto della vita autonoma, ma entra a pieno diritto in quello di Vita Indipendente, semplicemente perché superando questa barriera ha realizzato un suo desiderio assumendo su di sè tutte le responsabilità di tale situazione.

Quest’esempio appena fatto è solo uno dei tanti che si potrebbero citare per dimostrare che la vita autonoma può essere utilissima per realizzare la Vita Indipendente di una persona con disabilità, ma dove purtroppo la prima non è materialmente realizzabile, non è indispensabile alla seconda.

Mi fermo qui. Mi fermo alla definizione teorica della differenza tra vita autonoma e Vita Indipendente su esposta, perché se mi volessi dilungare parlando anche delle politiche sociali attuate e soprattutto di quelle non attuate in favore della Vita Indipendente delle persone con disabilità, non basterebbe un articolo, ma ci vorrebbe un libro intero. Libro che ho già scritto e poi pubblicato nel dicembre del 2010 con il titolo ANDARE OLTRE L’ASSISTENZA edito da “Librati”, al momento in attesa di ristampa. Ma in questo libro, però, manca la tematica qui affrontata.

Nicola Laezza

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