Istat: presentati oggi i dati relativi alla violenza sulle donne
Roma, 28 Marzo 2017
Anna Sergio, invitata a seguire il Convegno dell’Istat per @ParteCivile, ci racconta la giornata.
L’aula Magna dell’Istat, oggi, ha ospitato il convegno “La violenza sulle donne: i dati e gli strumenti per la conoscenza statistica”, condotto da diversi esponenti del mondo della ricerca (sociologi, psicologi e statistici) della giurisprudenza e della politica.
Dopo la mia registrazione mi accomodo su una di quelle grandi poltrone di velluto, utilissime quando si prevedono tempi di ascolto lunghi e di notevole concentrazione. Mi guardo intorno, la sala è gremita perlopiù di donne , alcune anche giovanissime e questo mi riempie di gioia ,perché è a loro che dobbiamo guardare con maggiore attenzione se vogliamo che questo contenitore di informazioni, non rimanga solo circoscritto ad una lunga sequenza di dati.
Già, i dati …
Le prime slides, sono di forte impatto emotivo, quei numeri sono intrisi di sofferenza , il 31,5 % delle donne fra i 16 e i 70 anni ( 6 milioni e 788 mila), ha subito nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale.
Questa è un’indagine del 2014 ma nel corso della giornata , emergono degli aggiornamenti che segnalano una timida diminuzione delle percentuali ,grazie ad elaborazioni ed analisi di dati forniti dal Ministero dell’Interno ,sulla base delle denunce di violenza pervenute , grazie al mondo dell’Associazionismo “specializzato” (il telefono rosa, i centri antiviolenza le case di accoglienza).
E grazie alla sempre maggiore informazione, alle campagne di sensibilizzazione, insomma a tutto quel grande sistema che seppur penalizzato da scarsità di fondi comunali, regionali e statali, prova ad essere il supporto per infondere conoscenza ma anche coraggio alle donne vittime di violenza.
Mi ha colpito molto che il 70% dei crimini di femminicidio, sono stati preceduti da atti persecutori (stalking) e che la configurazione di un reato di stalking, dipende molto dalla percezione della violenza che ha una donna , cioè l’insieme di elementi che inducono a non ritenere il caso di prendere provvedimenti. Mi spiego meglio: il reato di stalking è un reato “atipico” dipende cioè, dalla reazione della vittima. Se a fronte di reiterate molestie, da parte quasi sempre dell’ex partner, cambia la gestione della vita quotidiana della donna a cui si accompagnano forti stati di ansia e di paura per la propria incolumità, allora si parla di reato.
Poi che succede? Succede che purtroppo ancora in poche lo denunciano e il 78% non chiede aiuto né alle istituzioni ,(centri antiviolenza, assistenti sociali) né alle forze dell’ordine .
Dal 1995 siamo passati da 309 denunce di violenza a circa 15.000 presso le forze dell’ordine e sta cambiando anche l’approccio immediato con la vittima.
Succedeva che arrivava una donna che voleva sporgere denuncia e dall’altra parte il carabiniere sminuendo la sua volontà a procedere, le rispondeva con un “ torni a casa, provi a sistemare le cose con suo marito”
Oppure che al pronto soccorso di un ospedale , gli operatori al triage non facessero abbastanza attenzione alle parole che descrivevano quella ferita, quel livido, quella contusione, ed anche in quel caso passavano i “sono caduta dalle scale“.
Proprio a questo proposito, il telefono rosa, sta approntando un progetto rivolto agli operatori sanitari dei pronto soccorso, per la definizione di alcune linee guida atte a distinguere fra maltrattamenti e/o semplicemente altro. Il confine, a volte, è molto sottile, ma ci sono parole chiave che in qualche modo aiutano la donna vittima a trovare coraggio ed aprirsi alla verità.
La strada è ancora lunga ma il percorso che è stato avviato anche grazie alla convenzione di Istanbul ci dice che non dobbiamo fermarci.
Dobbiamo iniziare a fare cultura di genere nelle scuole, nella famiglia e non sottovalutare dei piccoli segnali di malessere e insofferenza di una giovane donna, di nostra figlia, se ci racconta che qualcosa non va, soprattutto con il suo ex fidanzato.
ParteCivile farà la sua parte.
https://www.istat.it/it/archivio/198102